Antonio Del Pennino torna al Senato/Come rilanciare l’autonomia repubblicana Questo bipolarismo selvaggio va abbandonato Intervista al senatore Antonio Del Pennino, recentemente subentrato in Senato dopo la scomparsa di Romano Comincioli. Il Suo ritorno in Senato rafforza la presenza repubblicana? Rafforza l’autonomia repubblicana. In che senso? Dobbiamo abbandonare questo bipolarismo selvaggio che sta uccidendo la cosiddetta Seconda Repubblica. Più il PRI sarà in grado di esercitare un ruolo autonomo, maggiore sarà il contributo che darà al superamento di questa fase storico-politica che è ormai al tramonto. Secondo Lei si colloca in questa direzione la recente lettera dell’on. Nucara agli altri segretari di partito? Perfettamente. E’ giunta l’ora di uscire dalla logica del tutti contro tutti e di ragionare, invece, insieme. Incominciando dalla legge elettorale? Sicuramente. Questo è il nodo centrale su cui va aperto il confronto. Sto già elaborando alcune ipotesi di disegno di legge in materia, su cui discutere. E’ un mio vecchio pallino. Non parto da posizioni pregiudiziali, anche se, come ho scritto nelle tesi approvate nell’ultimo Congresso del PRI, ritengo che, nella situazione italiana, il modello ottimale sia quello tedesco ed in tal senso condivido l’iniziativa referendaria che è stata annunciata. Ma, ripeto, dobbiamo essere aperti a ricercare una soluzione concordata, purché, come ricorda Nucara nella sua lettera, "ridia ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti e consenta ad ogni partito di presentarsi con la sua faccia ed il proprio bagaglio di idee, evitando inutili ammucchiate". Ma basta la legge elettorale per riaprire il dialogo? No. Certo serve anche un confronto sulla politica economica. Tremonti ha dei grandi meriti. Ci ha salvato dalla deriva greca. Ma è stato costretto ai tagli lineari per non avere l’insurrezione corporativa degli altri Ministri. Oggi servono tagli più radicali e più selezionati, per consentire anche le misure necessarie allo sviluppo economico. Glielo consentiranno? Lei cosa crede? Se il buongiorno si vede dal mattino, non sono ottimista. C’è un’asse sostanziale che nessuno dichiara, ma è reale. Tra la Lega che non vuole l’abolizione delle province, la semplificazione dei livelli di governo locale e la liberalizzazione dei servizi pubblici, perché su questi, al Nord, rafforza il suo potere. E il cosiddetto partito del Sud, che si oppone ad ogni riduzione delle strutture burocratiche-statuali, per non parlare di quelle regionali, su cui prosperano i suoi consensi. E che giudizio dà della manifestazione della Lega a Pontida? La Lega ha voluto ribadire che è lei che ha la "golden share" del Governo dettando un’agenda e uno scadenzario delle cose da fare. Alcune anche logiche; altre assolutamente inaccettabili come il trasferimento da Roma di alcuni ministeri, o pressoché impossibili economicamente, come la riduzione delle bollette energetiche. Per non parlare della richiesta di riduzione delle missioni militari, cui siamo vincolati da impegni internazionali. Quali saranno le conseguenze di Pontida sul Governo, e questo cosa comporta per il PRI? Per il momento non mi sembra che la Lega voglia staccare la spina, ma solo alzare il prezzo. Per questo, a maggior ragione, come dice la mozione approvata dall’ultimo Congresso Nazionale del PRI, dovremo valutare i provvedimenti e votarli nel merito, senza vincolarci nemmeno nel caso di ricorso al voto di fiducia. Nucara ha già citato come esempio quello del trasferimento dei Ministeri. Io vorrei aggiungerne un altro. Se venisse posta la fiducia sull’attuale testo del progetto di legge sul testamento biologico, il nostro voto dovrebbe essere sicuramente contrario. A proposito di testamento biologico, nelle passate legislature Lei ha assunto diverse iniziative sui temi eticamente sensibili, anche in contrasto con la maggioranza. Cosa farà ora? Le riprenderò tutte. Riprenderò il disegno di legge per modificare la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, che, con buona pace dell’on. Roccella, è stata già massacrata dalla Corte Costituzionale, come avevo previsto nella mia dichiarazione di voto finale su quel testo. Riprenderò quello sui diritti e i doveri delle coppie di fatto, anche omosessuali, presentando nuovamente il progetto che, con il sen. Salvi ed il sen. Biondi, avevamo trasversalmente concordato nella passata legislatura. Riprenderò tutti gli emendamenti, consentiti dal regolamento, rispetto al testo Calabrò sul testamento biologico, ove fosse rinviato dalla Camera al Senato. E queste battaglie combatterò non in nome di un aprioristico laicismo, ma richiamandomi alle parole di comprensione e rispetto delle altrui convinzioni di un grande uomo di Chiesa: il Cardinale Carlo Mario Martini. |